martedì 4 dicembre 2012

Esiste il "doping tecnologico"?

DEFINIZIONE DI CONTROVERSIA ED INTRODUZIONE DEL NOSTRO CASO

Per controversia si intende una divergenza d'opinione, una discussione condotta da due punti di vista differenti tra loro. Diversi possono essere i tipi di controversia: da quella politica a quella economica. In questo blog noi cercheremo di analizzare una controversia di tipo scientifico; il dibattito sull'utilizzo della tecnologia nello sport. C'è molto da dire su questo argomento sopratutto perchè non ci sono ancora delle regole ben chiare che stabiliscono quali limiti possa incontrare la tecnologia nel suo percorso di influenza sullo sport. In poche parole possiamo dire che ci sono due correnti di pensiero in tale questione:
  • coloro che sostengono che l'evoluzione di tutti gli strumenti tecnologici serva per rendere più spettacolare lo sport, migliorandolo in ogni sua forma, dai metodi di allenamento, all'equipaggiamento più comodo ed efficiente da usare, per monitorare e assicurare gli atleti in caso di incidenti.
  • coloro che criticano l'utilizzo della tecnologia perchè lo sviluppo esagerato dei nuovi materiali fanno si che la tecnologia finisca con il manipolare il concetto di sport stesso. Questa schiera di persone cerca di difendere la figura umana che pratica sport, in modo tale da non rendere "artificiale" la sua prestazione sportiva.

Nello sviluppo della società moderna, indubbiamente un merito particolare va assegnato al continuo progredire della tecnologia. Le scoperte tecnologiche hanno cambiato totalmente l'aspetto economico, sociale e culturale del nostro pianeta. In questo blog cercheremo di analizzare quanto e in che modo la tecnologia condizioni e controlli lo sport, cercando di capire se questo sia un aspetto positivo o meno. 



Coppi-Bartali
"i volti sani del ciclismo"
Migliorare se stessi, correre più veloci, colpire più forte, arrivare prima dell’ avversario. Talento, spirito di sacrificio, determinazione, abnegazione, tutte doti che trasformano atleti in Campioni e record in pagine indelebili che restano nella memoria. Oggi più che mai la tecnologia si mette al servizio dello sport, in tutte le sue forme, con materiali e innovazioni che migliorano le performance e contribuiscono in maniera determinante a superare i limiti del corpo umano.
La presenza massiccia delle nuove tecnologie nell’universo sportivo rischia, però, di minare alle fondamenta il fascino del gesto atletico e dello sforzo agonistico. I nuovi materiali e le tecnologie più avanzate, sebbene migliorino lo spettacolo e le prestazioni, contribuendo in alcuni casi anche a rendere lo sport più sicuro, diventano protagonisti quasi assoluti del momento sportivo. Il dominio della tecnologia è talmente decisivo in alcuni sport che si è parlato di “doping tecnologico”.


Ciclismo moderno:
 biciclette ultraleggere
e abbigliamento ultra-tecnologico
Quanto sono condizionate dai costumi le prestazioni da record dei nuotatori? Quanto influisce sulla traiettoria del pallone il nuovo materiale di cui è fatto? E, soprattutto, gli apporti tecnologici alterano il risultato tanto quanto le tradizionali sostanze dopanti? Per il momento si tende a restare cautamente scettici e conservatori, privilegiando (almeno a parole) una intromissione non traumatica della tecnologia nello sport.


 

 
Un ipotetico atleta del futuro.
 Indossa una tuta "intelligente"
che rileva pressione sanguigna e attività muscolare
(foto di Focus)
Tuttavia, nonostante gli accorgimenti mirati e circoscritti e la costante attenzione a valutare quanto siano lecite le innovazioni, la prospettiva fantascientifica di un atleta bionico, oggi appare sempre meno utopica. 





un CALCIO alla tecnologia....


" Il calcio non è scienza - ma la scienza
 può migliorare il livello del calcio"
Cit. Jens Bangsbo (professore all'università di Copenaghen autore di 200 articoli scientifici pubblicati in riviste internazionali e svariati libri ha un curriculum che parla da solo. Fa anche il preparatore atletico)
 
Il "gioco" del calcio è un'attività che appasiona milioni e milioni di persone in tutto il mondo. In Italia per esempio, è lo sport più seguito e chiacchierato fin dai tempi dei mitici Meazza, Gigi Riva, Rivera ecc... Ma come questo sport ha la capacità di creare legami di unità tra tutti noi, è anche teatro di infinite polemiche, discussioni e scandali che riempiono pagine e pagine di giornali. Un argomento di numerosi battibecchi ed opinioni contrastanti, è quel che riguarda l'utilizzo o meno della tecnologia all'interno delle manifestazioni calcistiche. Perché il calcio sembra così indietro rispetto agli altri sport in tema di tecnologia? Fuorigiochi non visti o al contrario non segnalati, il gol non convalidato a Muntari nel corso di Milan-Juventus sono casi che in altri sport (rugby, basket, tennis) non sarebbero esistiti. Perchè? La risposta è semplice; in queste discipline da anni si usa la moviola. Il giallo-Muntari si sarebbe potuto risolvere nel giro di poche decine di secondi, anche perché era talmente evidente che la palla avesse oltrepassato la linea di porta che non c'era bisogno di perderci tanti secondi. Una misura esageratamente minore rispetto al tempo che si è poi speso per protestare e per parlarne.
La moviola in campo servirebbe a garantire decisioni esatte laddove si troverebbero situazioni che all'occhio umano possono sfuggire, ma non a quello del mezzo meccanico. Di una cosa, però, siamo certi: nemmeno la tecnologia riuscirà a placare le polemiche intorno alla classe arbitrale. L’arbitro sbaglia, certo, ma non meno di un dirigente che acquista un giocatore infortunato o che non può giocare la Champions League, di un allenatore che mette in campo una formazione sbagliata, di un calciatore che sbaglia un controllo, un gol, una facile presa in tuffo, di un presidente che investe male i suoi soldi, dei tifosi che non hanno pazienza e fischiano la propria squadra al primo errore. L’arbitro è un uomo come tutti noi. Fino a che punto il calcio deve essere controllato e assistito dalla tecnologia? Si rischia sempre più di andare incontro ad uno sport in cui la capacità umana viene messa in secondo piano?



Fuorigioco non visto dagli arbitri durante un Roma-Inter



il "gol fantasma" di Muntari
durante Milan-Juventus
non visto da arbitro e guardalinee
 
 
 

LA RISPOSTA DELLA FIFA
 
Ma cosa ne pensano gli organi che regolano il mondo del calcio riguardo l'utilizzo della tecnologia nei campi da gioco?
La risposta tanto attesa è arrivata: dopo anni di polemiche, la tecnologia entra ufficialmente a far parte del calcio. La Fifa (Fédération Internationale de Football Association) ha infatti deciso di adottare la tecnologia per scongiurare i gol fantasma, ma ha anche stabilito che lo strumento tecnologico potrà essere supportato dalla "cinquina" arbitrale composta da arbitro, guardalinee e giudici di porta. Il supporto tecnologico esordirà in occasione del Mondiale per club in programma a  Tokyo questo dicembre
Il 5 luglio 2012 infatti, l'International Football Association Board (IFAB), l'organo che fa le regole calcistiche, riunito a Zurigo ha dato ufficialmente il via libera all'utilizzo della tecnologia al fine di evitare i cosiddetti gol fantasma. Sono stati promossi entrambi i sistemi che avevano già superato la prima fase di sperimentazione, ovvero l'Occhio di falco (basato sul riconoscimento ottico attraverso le telecamere) e il GoalRef, che sfrutta campi magnetici e pallone con microchip.
La decisione, ha fatto sapere Jerome Valcke (segretario generale della Fifa), è stata presa all'unanimità e le due tecnologie, in caso di esito positivo al Mondiale per club, saranno utilizzate anche nella Confederations Cup del 2013 e nella Coppa del Mondo 2014 in Brasile. Luce verde anche per gli arbitri di porta, che potranno essere utilizzati in qualsiasi competizione qualora gli organizzatori riterranno opportuno ricorrere a questa soluzione.
"E' un grande giorno per il calcio", ha dichiarato Alex Horne, direttore generale della Federcalcio inglese che fa parte dell'Ifab, mentre Valcke ha specificato che al prossimo Mondiale per club, essendo due le sedi per le partite, ciascun impianto sarà implementato con uno dei due sistemi con una spesa di 250 mila dollari per stadio. L'International Board ha anche sottolineato che la tecnologia servirà solo ed esclusivamente per vedere se la palla ha superato o meno la linea di porta e non per altre fasi di gioco, con l'arbitro che avrà sempre l'ultima parola.
Niente di particolarmente avanzato, ma che si appresta a sconvolgere un mondo "tecnologicamente povero" come quello del calcio



LE REAZIONI DEI PERSONAGGI ILLUSTRI:
 
Chi pensava che questa presa di posizione della FIFA a supporto della tecnologia, avesse messo d'accordo una volta per tutte gli scienziati, tifosi, presidenti, calciatori, arbitri rimarrà ahimè deluso.
Una figura chiave e particolarmente importante nel calcio come il presidente dell'UEFA (Unione Europea delle Federazioni Calcistiche) Michel Platini ritiene immorale e non etica la decisione presa dalla massima istituzione calcistica.


Michel Platini (presidente UEFA)
Profondamente contrario
all'utilizzo della tecnologia nel calcio
In un’intervista al quotidiano francese Ouest-France, Platini afferma che ”c’è soltanto una cosa complicata, per la quale ci sarebbe forse bisogno del video, e dico forse, ed è il fuorigioco. Perché è difficilissimo da giudicare per gli arbitri. E poi bisognerebbe mettere un’altra telecamera sulla persona che spinge il bottone, per sapere quando parte il pallone! Quindi, io non ci credo. Il resto sono interpretazioni: fallo o non fallo, linea di porta, non è difficile”.
Proprio sulla questione dei gol-fantasma, Platini ha ribadito la sua ostilità alla tecnologia  sottolineando che il sistema a cinque arbitri dell’Uefa ha ”dimostrato la sua validità”.
Blatter (presidente della FIFA) – continua Platini – dice che il sistema a cinque arbitri è caro. Nelle nostre competizioni Uefa abbiamo 78 stadi. Se vogliamo mettere la tecnologia sulla linea di porta, solo questo, ci costa 32 milioni di euro il primo anno e 54 milioni per cinque anni. Gli arbitri ci costano 3,2 milioni. Si fa presto a fare i conti”.
”Sono le tv – ha detto ancora Platini – che spingono verso la direzione arbitrale con il video perché vogliono essere pagate. Va contro il gioco. Mettere la tecnologia sulla linea di porta significa aprire la strada al video nel calcio in modo generale. E io sono contrario”.
 
La pensano diversamente invece molti presidenti delle società calcistiche che convengono tutti insieme sul fatto che il calcio moderno necessiti della tecnologia per garantire equità di giudizio, spegnendo una volta per tutte tutte le polemiche che si potrebbero dunque tranquillamente evitare.
Anche un ex arbitro di fama internazionale come il "nostro" Pierluigi Collina si è mostrato disponibile all'ingresso della tecnologia per aiutare gli arbitri nelle decisioni più dubbie. In questo modo (forse) la classe arbitrale che ogni domenica finisce puntualmente sul banco degli imputati, accusata perfino di valutare in malafede, potrebbe svolgere il suo lavoro in maniera più serena e tranquilla.



SCARPINI E PALLONI DI NUOVA GENERAZIONE

 


Palloni non proprio sferici
e scarpe pesanti e scomode:
Così nacque il calcio
La questione tecnologica nel calcio non è solamente incentrata sulla moviola in campo. Nel calcio moderno infatti si è assistito ad una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda i metodi di allenamento e, tutta l'equipe necessaria per fare sport. Sono ormai ben distanti i tempi in cui si rincorreva e si calciava un pallone deforme con scarpe di cuoio pesantissime.
Ci sono moltissimi esempi di sviluppo tecnologico nel calcio: guanti per il portiere sempre più all'avanguardia, magliette super leggere e traspiranti, palestre e meccanismi specializzate per gli allenamenti, ecc....


Le scarpe "intelligenti": molto confortevoli e dotate di chip
Tutto questo però quanto incide sulle prestazioni dei calciatori?
Il mercato al giorno d'oggi controlla tutto, anche lo sport. Le sue continue innovazioni sono un bene che aumenta la qualità del prodotto, oppure sono un male, perchè l'utilizzo per esempio di scarpini super tecnologici controllano fin troppo il tocco sul pallone, facendo perdere le qualità tecniche del calciatore?
I nuovi scarpini proposti dalle grandi imprese sono sempre più all'avanguardia. L'ultima invenzione in ordine di tempo risulta essere la creazione di una scarpa che rileva al computer dati sulla prestazione sportiva del calciatore.
La particolarità di questo prezioso accessorio per le grandi stelle del pallone, e non solo, è un minuscolo chip, inserito all'interno della suola della scarpa, il cui compito è quello di trasmettere in modalità wireless dati e informazioni inerenti la prestazione dell'atleta che la indossa (distanze percorse in campo, numero di scatti, massima velocità raggiunta nella corsa ed altri ancora) a un computer o a un dispositivo mobile con esso sincronizzato.
Dal punto di vista tecnico, l'obiettivo di tale innovazione tecnologica è facilmente intuibile: rilevare in tempo reale informazioni in formato digitale sulle prestazioni fisiche del giocatore, così da compararle con quelle di una gara precedente dello stesso atleta o con quelle di un compagno di squadra.

Per quanto riguarda i palloni la questione risulta essere ancora più estesa e controversa. C'è chi appoggia pienamente i palloni di nuova generazione perchè oltre al miglior design, il controllo risulta essere più efficacie, ma anche coloro che sostengono che questi palloni giudicati spettacolari, in realtà siano troppo leggeri, assumendo traiettorie improbabile e imprevedibili.
Sfogliando qualche rivista sportiva ci siamo soffermati sull'opinione dei vari portieri delle nazionali calcistiche, che dichiaravano in totale accordo fra loro che il pallone creato per gli ultimi mondiali di calcio sia qualcosa di vergognoso per il continuo cambiamento di traiettoria che si verifica durante il tiro. Insomma le numerose modifiche tecnologiche apportate al pallone hanno finito con il rovinarlo.
Di tutt'altra opinione sono gli scienziati che hanno elaborato queste palle super tecnologiche, giudicandolo perfettamente all'avanguardia.
Parla l'ingegnere tedesco Nurnberg che ha inventato la contestata palla del Mondiale: "Viaggerà il 5% più veloce e andrà anche più in alto. Per gli attaccanti sarà un indiscutibile vantaggio, perché permetterà loro una vasta gamma di soluzioni che porteranno a segnare di più e a divertire il pubblico. I portieri? Si abitueranno".
"Perfetto con la pioggia grazie ai suoi ottimi grip. Ci teniamo davvero che i giocatori siano soddisfatti – ha concluso l’ingegnere dell’Adidas – e per questo prendiamo i loro commenti molto seriamente e non ignoriamo le critiche, ma questo pallone è passato attraverso tutti i test e siamo assolutamente convinti che queste paure iniziali siano totalmente infondate e che i giocatori ameranno Jabulani quanto noi”.
Pallone tecnologico: il discusso Jabulani
Pallone ufficiale degli ultimi mondiali
in Sud Africa

LINK E VIDEO

EVOLUZIONE PALLONE MONDIALI DI CALCIOhttp://www.nytimes.com/interactive/2010/06/06/magazine/20100606-world-cup-balls.html

FABBRICA JABULANIhttp://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Sport/2010/mondiali-pallone-jabulani/mondiali-pallone-jabulani.php

GOAL-LINE TECHNOLOGY GOALREFhttp://www.youtube.com/watch?v=rilUXE5-ido

GOAL-LINE TECHNOLOGY HAWK-EYE:http://www.youtube.com/watch?v=exEHTO-YnuE

MOVIOLA IN CAMPO: PARLA COLLINA:http://www.youtube.com/watch?v=PiLknxL6W3o

la tecnologia nel tennis ha fatto ACE....



HAWK-EYE, RACCHETTE LEGGERE MA POTENTI, NUOVI ALLENAMENTI


Racchetta da tennis: leggera con una grande capacità
di controllo: oggi giocare a tennis è più facile
L'esuberante John Mcenroe
durante un match a Wimbledon:
impugnava racchette in legno.
Coordinazione, fluidità del corpo, forze contrastanti: questo è il gioco del tennis, dove diviene importante gestire bene l'aspetto psico-fisico della prestazione in modo da ridurre al massimo i possibili infortuni, soprattutto quelli derivanti non da un incidente traumatico ma bensì da un problema di stress o posturale. Questo gioco di grinta ed energia, di eleganza e potenza nasce nell'antica Roma, evolvolutosi e miglioratosi sempre più sino ad arrivare ai giorni nostri trasformatosi grazie alla ricerca e all'ennesimo intervento della tecnologia. Tecnologia sofisticata che, nel tennis, ormai è risultata imprescindibile: l'Hawk Eye, introdotto già nel 2006 è uno dei molteplici sistemi tecnologici ritenuti indispensabile per lo svolgimento dei match. L'apparizione ufficiale del così detto occhio di falco avvenne negli Us Open di New York; il ricercato impianto ha il compito di seguire le traiettorie delle palle giocate per giudicarle dentro o fuori in modo insindacabile; è assicurato da dieci telecamere posizionate lungo tutta la lunghezza delle righe che registrano i rimbalzi della palla, in particolare gli ultimi cinque dal momento in cui il giocatore ferma il gioco per chiedere il "challange" (ricorso all'utilizzo dell'istant repaly) del punto in discussione; è proprio il giocatore stesso ad appellarsi alla moviola e se, il giocatore detenente tre possibilità di ricorso, ha ragione, il numero di challange a sua disposizione rimane invariato, diversamente le possibilità vanno a scalare. Questa, se così si può definire, moviola elettronica, assolve gli arbitri di sedia da fastidiose decisioni sull'over rule (decisione presa dal giudice di gara contrapposta a quella del giudice di sedia). Ma il pubblico, opinionista sovrano nel mondo dello sport, come reputa l'iniziativa dell' ITF (Federazione Internazionale Tennis) riguardante l'installazione dell'Hawk Eye? Mediamente gli "spalti" simpatizzano per l'occhio di falco, in quanto, la riproduzione sul tabellone elettronico del tiro effettuato è sicuramente spettacolare, ma molti giocatori si sono dichiarati sciettici sul suo utilizzo. Infatti, sopprattutto agli esordi dell' utilizzo del sistema elettronico, i problemi ci sono stati: il più discusso riguarda la tempistica, in quanto i giocatori impiegano troppo tempo nel formulare la loro richiesta all'arbitro e questo ancora oggi genera discussioni in campo. Venne messa anche in discussione l'attendibilità dei risultati del sistema. Le problematiche rilevate sono state discusse direttamente con il dirigente dell' Hawk Eye Innovations, dottore Paul Hawkins, e la società produttrice; quest'ultima ribatte affermando che: "L'Hawk Eye è stato sottoposto a migliaia di test, superandoli tutti. L’ITF ha stabilito che 5mm costituiscono un margine d'errore accettabile, e il nostro livello di sicurezza è ben al di sotto di questo limite”. L'Hawk Eye non è però l'unica tecnologia che si è insediata nl mondo del tennis: allenamenti monitorati da sofisticati macchinari di ultima generazione, racchette realizzate tramite materiali frutto dell’innovazione tecnologica sperimentale che ha permesso di raggiungere eccellenti standard qualitativi. Per quanto riguarda gli allenamenti, la tecnologia può concretamente aiutare i tennisti a prevenire problemi fisici portati dallo scorretto movimento dell'atleta alle articolazioni e alla muacolatura. Uno dei massimo esperti mondiali nel campo è l'australiano Brad Langerveld: il suo studio è teoricamente molto semplice: si tratta di analizzare al pc i movimenti di un numero considerevole di atleti traendone un modello biomeccanico di come si dovrebbe eseguire il colpo ottenendo minor attrito, sforzo e aumentandone l'efficienza e l'efficacia. Con l'utilizzo di questo modello base aiuta i tennisti a migliorare il loro movimento avvicinandolo sempre più a quello ottenuto dai suoi studi. Questo processo prevede l'utilizzo ancora una volta delle telecamere, le quali riprendono il soggetto, mentre indossa dei sensori, da varie angolazioni. Questo tipo di allenamento personalizzato è molto apprezzato dagli atleti i quali affermano di aver giovato molto dal punto di vista fisico sia dal punto di vista tecnico grazie all'introduzione di queste tecnologie. Langerveld afferma che: "Il limite dei tennisti è che spesso si accorgono del problema quando ormai è troppo tardi. Se si sottopone il fisico ad un logorio eccessivo in certe parti del corpo è poi difficile risolvere completamente il problema. Ed a volte proporre dei cambiamenti nella loro tecnica è molto difficile, si incontrano molte resistenze. Ideale sarebbe intervenire da ragazzini, quando ancora il fisico si sta formando, in modo da correggere alla base gli eventuali problemi e quindi creare un tennista sano dal punto di vista posturale e biomeccanico. Però sono ancora poche le scuole di tennis che sfruttano questi metodi, probabilmente anche per problemi di costi che attualmente purtroppo non sono bassi. Dovrebbero essere le stesse federazioni nazionali ad usufruire di queste metodologie. Si sta iniziando, ma ancora i mezzi non sono tanti." Così parla il dott. Langerveld, nella speranza di poter dare un contributo al futuro della salute dei tennisti, e non solo. Jimmy Connors tennista ormai lontano da tempo dalla terra rossa appoggia il dott. Langerveld dicendo: "L'esperienza e' un grande vantaggio. Il problema e' che quando hai esperienza sei troppo vecchio per sapere cosa fartene".
I tennisti oltre ad allenamenti personalizzati, tecnologici e elettronici hanno comunque un'altro aiuto dalla scienza e dalla ricerca: la tecnologia dei materiali con cui vengono prodotte le racchette: una di quelle di ultima generazione è quella supportata dalla tecnologia CrossBow che ha alla base lo stesso sistema di una molla o di un arco: all'impatto con la palla il telaio si carica grazie alla dinamicità del ponte rilasciando la potenza immagazzinata, in fase di risposta. Il telaio è costituito quindi da due parti, la cui caratteristica principale è il ponte che si muove indipendentemente e che concede alla racchetta di accumulare più potenza sia sul piatto corde che sul ponte. Quindi l'evoluzione dei materiali lo sviluppo delle tecnologie, gli studi di biomeccanica hanno migliorato e spettacolarizzato il gioco ancora una volta. Ma resta ancora da definire se è l'uomo che migliora la sua tecnica supportato dalle tecnologie o sono le tecnologie a migliorare la tecnica dell'uomo.

l'Occhio di Falco: viene utilizzato
per le palle dubbie, non visibili
ad occhio nudo




LINK E VIDEO:

ESEMPIO DI HAWK-EYE DURANTE UN MATCHhttp://www.youtube.com/watch?v=wPuA7gv9gDw
AD OGNI GIOCATORE LA SUA RACCHETTA:http://www.youtube.com/watch?v=QwXYjmHH_yg

Sempre più record! merito dell'atleta o della tecnologia??


ATLETICA:

Parlando del legame tra lo sviluppo tecnologico nell'atletica, non si può non citare il caso Pistroius. Certamente questo è l'esempio più limpido degli enormi sviluppi della tecnologia nel campo dello sport, ma siccome questa controversia scientifica è già stata analizzata adeguatamente, noi ci concentreremo su un altro aspetto; gli effetti che hanno avuto i materiali tecnologicamente più avanzati nella prestazione dell'atleta. Bolt ha stabilito il record mondiale dei 100 metri perchè è effettivamente il velocista più forte di sempre oppure perchè i materiali tecnologici come le sue nuove scarpe e le moderne piste hanno inciso in maniera significativa o forse addirittura decisiva sull'istituzione del suo record?

Bolt bacia le sue modernissime scarpe che
gli hanno permesso di bruciare pista ed avversari

Alla vigilia delle Olimpiadi di Londra (27 luglio-12 agosto) l'invito a tenere gli occhi puntati sui velocissimi atleti che bruceranno la pista in una manciata di secondi veniva fatto da Steve Haake, direttore del Centre for Sports Engineering della Sheffield Hallam University in Inghilterra, che sulle pagine di Physics World spiegava perché "le performance degli starter spiccheranno rispetto a quelle di altri atleti, come i tiratori di giavellotto o i nuotatori". Steve Haake ipotizzava dunque su basi e dati scientifiche che a Londra 2012 le competizioni su pista risultavano essere più veloci mentre quelle in vasca più lente. Il tutto veniva rapportato con le Olimpiadi del 2008
Tutto dipende dal "performance-improvement index", una sorta di scala delle abilità, basata su una fisica molto semplice, che lo stesso Haake ha sviluppato per confrontare tra loro i risultati ottenuti dagli sportivi di varie discipline negli ultimi cento anni. Ebbene, in questo lasso di tempo i valori sono cresciuti per i corridori, mentre sono scesi o tutt'al più si sono stabilizzati a un determinato livello nel caso del nuoto o del giavellotto.
Altre record infranto.
Di chi è il merito?
Perché i tempi della corsa si riducono sempre più e quelli in vasca no? Haake si è chiesto quante colpe o quanti meriti abbiano gli atleti quando dimostrano di essere peggiori o migliori dei loro predecessori. E sul numero di Physics World interamente dedicato ai giochi londinesi e alle strette relazioni tra la fisica e lo sport, si spiegava che le responsabilità non sono solamente dei campioni, ma devono essere cercate altrove. Prima di tutto nella sempre crescente presenza della tecnologia nello sport e, in secondo luogo, nelle modifiche ai regolamenti intervenute negli anni.
Gli strumenti di misurazione automatica del tempo, introdotti a partire dagli anni Settanta, e capaci di misurare frazioni di secondi sempre più piccole hanno sicuramente cambiato il volto delle gare di corsa, così come i costumi hi-tech al poliuretano, oggi banditi dalla FINA, hanno sicuramente aiutato a infrangere ben 25 record nel 2008 e altri 47 nel 2009. Primati tuttora validi e difficilmente raggiungibili in tenuta tradizionale. L'eccezionale exploit, in quei casi, era dovuto al "doping tecnologico", che si è dimostrato capace di poter decidere le sorti di una competizione. D'altra parte lo spostamento di quattro centimetri del baricentro del giavellotto verso la punta, deciso più di vent'anni fa dalla International Association of Athletics Federations (Iaaf), ha inevitabilmente prodotto tiri più corti di circa di nove metri.
"Bisogna dunque far chiarezza! Dobbiamo quantificare l'effetto della tecnologia sulle performance sportive per scoprire se è veramente solo una questione di equipaggiamento", dice Haake. In modo tale da poter dare a Usain Bolt ciò che è di Bolt, a Federica Pellegrini ciò che è della Pellegrini.
Nell’atletica e in particolare nelle discipline di pista le prestazioni sono migliorate grazie all’evoluzione delle scarpe. Nel lontano passato si correva a piedi nudi, poi col tempo si è ricorso a bendaggi molto leggeri per lo più composti di stoffa e lacci, poi alle prime riproduzioni anatomiche con pelli d’animale fino ad arrivare alle moderne scarpe tutto plastiche e sintetiche: attualmente ci sono modelli di scarpe il cui peso può scendere fino a poche decine di grammi, composti da una dozzina di parti realizzate per lo più con materiale sintetico. Queste nuove scarpe sono studiate dagli scienziati proprio per garantire un senso unico di leggerezza e confort all'atleta. Insomma, progettate fino ai minimi dettagli e si sa, che in una gara che si gioca sul filo dei centesimi, il dettaglio può far la differenza.

Riferimenti: Physics World


Steve Haake scienziato che
si occupa di relazioni
tra le scienze e lo sport




NUOTO:

Grandissimi scontri verbali si sono creati fra gli scienziati della Fast Skin Revolution e tutti coloro che sostenevano che i costumi di nuova generazione adottati per la prima volta a Pechino 2008 dovvessero essere banditi dalle gare perchè erano classico esempio di doping tecnologico. La prestazione del nuotatore diventava in gran parte artificiale perchè grazie a correlazioni fisiche il costume faceva restare a galla l'atleta, facendolo letteralmente scivolare nell'acqua della piscina l'atleta che lo indossava.
Gli scienziati dal canto loro sostenevano che il loro prodotto era una novità commerciale di ultima generazione e che avendo superato tutti i controlli non vi era nessun problema o divieto imposto dal comitato olimpico sull'utilizzo dei costumi.
Pechino 2008 passerà alla storia come un'olimpiade da record. Furono tantissimi i primati stabiliti grazie all'utilizzo di questi costumi. Trovandosi di fronte a questi risultati che evidenziarono un notevole miglioramento delle prestazioni, i costumi vennero analizzati con più cura dalla FINA e qualche anno dopo si decise per il divieto di gareggiare con questi prodotti di nuova generazione. I record stabiliti a Pechino tuttavia sono riconosciuti ancora validi.
Veloci come squali. Olimpiadi Pechino 2008
Le nuove regole emanate dalla FINA che a gennaio 2010 bandirono i costumoni interi e definirono la tipologia di tessuto da poter utilizzare per la realizzazione dei nuovi costumi, mettendo da parte il gommato ed il body intero che aveva dato una nuova faccia al nuoto, sembravano essere un muro alzato sul progresso tecnologico legato a questo sport, all’apparenza insormontabile, almeno per tantissimi anni a seguire o addirittura per sempre! Alcuni Record stabiliti con i costumoni in poliuretano sembravano essere inarrivabili con i costumi meno prestanti, tanto che la polemica più grande scatenata dopo la decisione della FINA su proposta avanzata dagli Stati Uniti, fu proprio quella relativa alla tabella dei Record! “È impossibile battere certi record, quindi riscriviamoli da capo” fu il parere di molti addetti ai lavori, parere che però non è mai stato preso seriamente in considerazione, anche se a tutt’oggi, almeno in Italia, si parla di Record in tessuto quando si superano certi crono, rimanendo così un po’ legati a fare differenza tra i risultati ottenuti in era gommata e quelli ottenuti oggi con i nuovi costumi. Si tratta probabilmente di mentalità che in Italia resta ferma al muro tecnologico vedendo l’impossibilità di eguagliare o addirittura battere le prestazioni fatte con i costumoni gommati.
Non la pensavano così gli USA che avanzarono per primi la proposta di nuove regole per i costumi ed i fatti gli hanno dato ragione dopo solo un anno e mezzo!
Infatti, seppure alle olimpiadi di Londra non si poteva gareggiare con quei costumi, si sono verificati ulteriori record, 9 per l'esattezza.
Alla luce di tutto ciò tocca a voi esprimervi sulla questione. Il merito degli sviluppi del nuoto sono strettamenti collegati all'utilizzo dei costumi oppure, vedendo che questi record si possono abbassare anche senza utilizzarli tutto ciò alla fine risulta essere solo una strana coincidenza?







Phelps e i costumi della
Fast Skin Revolution
COSTUMI DI NUOVA GENERAZIONE:
Questi tessuti riducono del 50% lo spessore del costume e consentono un altissimo coefficiente di velocità in acqua, sono di lunga durata, resistenti al cloro, indemagliabili, distruggono i batteri dannosi alla pelle e asciugano in tempi rapidissimi. Il materiale che attualmente consente la massima fluidità è il silicone (attualmente il maggiore idrorepellente disponibile). Non ha alcuna resistenza in acqua e soprattutto non la assorbe eliminando radicalmente l’inconveniente dell’attrito, causato dalla superficie ruvida dei costumi. I costumi in silicone sono prodotti mediante un processo tecnologico molto sofisticato e realizzato a caldo, con uno stampo in acciaio costruito ed elaborato al computer al fine di ottenere una perfetta aderenza e “specularità” della superficie a contatto con l'acqua. Le prestazioni di questi materiali sono suffragate non solo dai tempi, ma anche dal fatto che la tendenza è di ricorrere all’uso di costumi integrali per coprire quanto più possibile la superficie corporea, proprio per sfruttare al massimo la fluidodinamicità di questi tessuti.



LINK E VIDEO:

INTERVISTA AL PROFESSOR DANIELE BONACINI SULL'UTILIZZO DI MATERIALE TECNOLOGICAMENTE AVANZATO FRA GLI ATLETIhttp://www.youtube.com/watch?v=JqaGM6qDy_w

GRAFICO DEI RECORD OLIMPICI:http://visualization.geblogs.com/visualization/record

FAST SKIN REVOLUTION:http://www.youtube.com/watch?v=AqpQ3N954jA
                              http://www.youtube.com/watch?v=H1EuTIhmAAA

RECORD 100 METRI PIANIhttp://www.youtube.com/watch?v=nR0IACH5enA

Formula uno: podio del pilota o della vettura?

"CON QUESTE FORMULA UNO POTREBBERO CORRERE ANCHE DELLE SCIMMIE" Cit. Niki Lauda;
"DATEMI QUALSIASI COSA A MOTORE E IO VE LA PORTERò AL LIMITE" Cit. Gilles Villeneuve

Formula uno: adrenalina, velocità, tecnologia, crash, podi, circuiti, Gran Premi; e sono solo poche parole per descrivere un mondo che da più di mezzo secolo appassiona milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Un mondo che vive d'innovazione, di talenti, di incidenti e tragedie. Uno sport che ha trascinato con se vite di giovani piloti, che ha totalmente cambiato la vita a uomini vittime d'incidenti in corsa, uno sport che nonostante tutto continua a far spettacolo e a coinvolgere i telespettatori nelle domeniche pomeriggio suscitando una rincorsa d'emozioni. Ma che cosa fa delle corse in macchina uno sport così avvincente? é forse il rischio, il correre a velocità folli sprezzanti del pericolo, è la ricerca di adrenalina o follia?
Probabilmente è il mix di tutto questo, insieme alla voglia di conoscere come reagiscono le nuove tecniche meccaniche ed elettroniche sull'asfalto dei circuiti di tutto il mondo, circuiti i quali, insieme alle monoposto, si evolvono e mutano per trovare il giusto equilibrio tra sicurezza e spettacolo. La FIA (Fédération International de l'Automobile) ha infatti optato per creare questo connubio tra sicurezza e show innanzitutto smussando il livello di pericolo di alcune curve presenti nei tracciati, causa di innumerevoli incidenti; questo, sicuramente, ha suscitato non poche polemiche da parte degli appassionati, i quali, vorrebbero che sui tracciati non venisse messa mano; suggeriscono invece di aumentare le vie di fuga in caso di fuoriuscita dall'asfalto delle monoposto. Le vie di fuga sono semplicemente i fuori pista, i quali in passato erano ricoperti con ghiaia o erba; questi due elementi facevano si che le automobili di F1 non potessero frenare ed erano complici di incidenti spettacolari, nei quali i piloti venivano sbalzati ad altissime velocità. La FIA in questi ultimi anni, nel suo progetto di messa in sicurezza dei tracciati, ha deciso, con l'aiuto di molteplici ingegneri, di asfaltare le vie di fuga, facendo in modo che il terreno risultasse più adatto alle frenate dei veicoli evitando tragedie come in passato. Le critiche però si son fatte sentire: se è vero che l'asfalto è più sicuro e rende la frenata più efficiente come la mettiamo nel caso in cui, come già accaduto, i freni delle monoposto fossero fuori uso? L'erba perlomeno creava un attrito migliore. Aggiungono ancora gli esperti: "la sicurezza in F1 non è “evitare che una vettura vada a sbattere a 300 km/h”, come i signori Whiting&Co. (Whiting direttore di corsa, delegato alla sicurezza della FIAvogliono far credere realizzando queste vie di fuga chilometriche in asfalto, piuttosto “evitare che il pilota che va a sbattere a 300 km/h si faccia male”, cosa che è già stata raggiunta da tempo".  Le critiche comunque non hanno fermato la federazione e l'apertura dei cantieri: spettatori delusi, ingegneri in disaccordo, ma la sicurezza è divenuta ormai una priorità su tutti i tracciati. Non sono solo i circuiti però a essere messi sotto esame: l'abitacolo è ancora un caso aperto, in tutti i sensi.
Un progetto di una monoposto con cupola.
I piloti infatti non son coperti nell'abitacolo e questo è un tallone d'Achille per la sicurezza: ogni ipotesi per migliorarla ha troppe controindicazioni. Sul tavolo degli ingegneri, già da tempo, giacciono brevetti stilati per mettere in sicurezza il pilota: una delle soluzioni è quella di installare una sorta di gabbia che protegga la testa: non molto efficiente come progetto, in quanto in caso di incendio della monoposto il corridore resterebbe imprigionato nella stessa e inoltre durante la gara la visibilità verrebbe ridotta non di poco. Si sta pensando ora a una sorta di cupola stile aereo militare ma è solo una proposta. Saranno quindi così le automobili del futuro? Cambiamento necessario o elevata preoccupazione? Sicurezza o tradizione?
Volante di una Ferrari di ultima generazione
Tradizione appunto: cosa è rimasto di tradizionale in questo sport? Le automobili non sono più come quelle degli anni '50, e non si parla solo di estetica o di sicurezza; ogni singolo elemento è mutato, tutto ormai è tecnologico, lo sterzo è come un joystick. La vecchia meccanica è andata in pensione da tempo; ci si chiede, quindi, quanto sia determinante il pilota dei giorni nostri, quanto conti il suo talento nel manovrare questi "robot": è tutto merito dell'ingegneria elettronica oppure è ancora indispensabile prontezza e bravura per correre nel GP? Anche su questo tema sono diverse le scuole di pensiero: chi punta al pilota e chi all'automobile, chi propone un recesso della tecnologia puntando tutto sull'uomo talentuoso, mentre chi sostiene che è la tecnologia che fa la competizione: si prospetta un'altro caso irrisolvibile.



LINK E VIDEO:

INCIDENTI NELLA F1: http://www.youtube.com/watch?v=-h1JTqP2Uww
COME è FATTA UNA VETTURA DI F1: http://www.derapate.it/articolo/sauber-una-formula-1-spaccata-a-meta-come-una-mela-video/38489/
 

Sport=Business: ruolo della tecnologia in tutto questo

Per capire come mai la tecnologia si è saldamente stabilizzata all'interno dei confini sportivi bisogna scavare a fondo e capire come è definito lo sport nella nostra società. Lo sport oggigiorno non è più quell'attività di svago che tanto faceva divertire bambini, ragazzi ed adulti. Non è più percepito come una pratica di importanza sociale che serviva fra le altre cose anche a stabilire e rafforzare le relazioni tra gli individui. Certo, la competizione anche nello sport non è mai mancata, ma si trattava tuttavia di rivalità sportiva e nulla più.
Oggi invece è diverso.Un esempio che si può fare è la forte antipatia che si nota tra due società calcistiche italiane: l'Inter e la Juventus. Le loro faide vanno al di la dei campi da gioco ed è fatto frequente che le loro partite si "giocano" in tribunale.
Il calcio o meglio lo sport in generale, ormai ha perso il suo aspetto etico e si è trasformato in un business enorme dove pubblicità, televisioni e sponsor lo manipolano a piacimento. E come in qualsiasi attività in cui circola tanto denaro, la tecnologia entra in campo, assumendo forte importanza. Proprio grazie al suo aspetto economico e tecnologico lo sport sta perdendo tutti i suoi valori etici. Tutte deve essere calcolato, studiato e laddove si può, perfezionato scientificamente.
Ecco perché, più il livello si alza e più l'etica sportiva si riduce fino quasi a scomparire. L'errore umano non è più tollerato perchè tutto deve essere perfetto e tenuto sotto controllo.
In un futuro tutto sarà talmente tecnologico e meccanizzato alla perfezione che il talento umano diventerà quantomeno secondario nello sport.
In una società che è regolata interamente dal mercato, il posto che occupa la tecnologia è assolutamente di primissimo piano.

Nello sport l'offerta tecnologica sicuramente rende più spettacolari e più sicure le manifestazioni ma il prezzo da pagare per far si che si verifichi questo è piuttosto alto. L'importanza che ricoprono le abilità umane sta scomparendo e le prestazioni degli sportivi stanno diventando sempre più artificiali.
Gli scienziati sostengono che l'utilizzo della tecnologia sia necessario in tutte le sue forme anche nello sport, evidenziando il fatto che l'evoluzione tecnologica aumenta lo spettacolo in maniera evidente, rendendo così più godibile lo show. Dall'altro lato, sono in molti invece coloro che si schierano contro la tecnologia, cercando di preservare quel poco di etica che è rimasta nello sport.

scienza-tecnologia nello sport: 10 casi





Ecco alcuni importanti esempi che evidenziano lo stretto legame che c'è tra scienza e sport:



mangia-il-computer 1. Il Computer da Mangiare
I colpi di calore sono uno delle cause di morte e di danni per gli atleti, inoltre l’osservazione di questi dati è sempre stata esterna. Ispirato da un progetto della Nasa oggi è possibile trovare un computer contenuto in una pillola, che dopo l’ingerimento, registra tutti i segnali vitali in tempo reale dell’atleta in allenamento. Il sensore è fatto di un cristallo di quarzo, mentre la micro batteria e coperta da silicio.

Indossa-il-computer 2. Il Computer da Indossare
Fibre sintetiche di nuova generazione, che permettono il controllo dell’umidità, della temperatura, contro i batteri. Attraverso reti wireless permettono l’invio dei dati del corpo e dello stato di salute dell’atleta. Derivano da applicazioni militari.

biomimesi 3. Biomimesi
Gli scienziati usano un approccio che prende ispirazione dalla natura, cercando di imitarne i comportamenti. Grazie a questo cercano di migliorare i materiali in modo da dare condizioni migliori durante le gare, ne sono dimostrazioni i nuovi costumi usati nel nuoto. ll primo ad usarli fu Michale Phelps, il Cannibale, durante le passate Olimpiadi a Pechino.

nanotecnologie 4. Nanotecnologie e Fibre di carbonio
Il segreto della forza dei materiali è determinato dai legami atomici degli elementi. Il carbonio ha una struttura atomica molto solida, con legami davvero stretti. In questo modo racchette, mazze ed altre attrezzature sportive riescono ad essere più resistenti dell’acciaio e leggerissimi. Una tecnologia che trova applicazioni in moltissimi campi.

dinamica-dei-fluidi 5. Dinamica computazionale dei Fluidi
La dinamica dei fluidi è una sottobranca della fisica iniziata a studiare in maniera seria dagli anni ’50, con la nascita dei super computer. Oggi è indispensabile per la progettazione di tutto ciò che si muove – tra cui automobili, remi, biciclette, caschi e bagno – anche quella umana per gli atleti.

tecnologie-video6. Tecnologie Video
Le nuove tecnologie video hanno prima di tutto spettacolarizzato lo sport, allargando la platea degli spettatori, divenuti in alcuni casi dei praticanti. Inoltre hanno permesso agli allenatori di analizzare in maniera ottimale tutte i gesti atletici, permettendo l’evoluzione dei metodi allenamento.

IT7. IT
In generale l tecnologie dell’informazione hanno radicalmente modificato l’approccio allo sport. Un esempio? “Il mondo sportivo si trova sulla cuspide di cambiare in un nuovo paradigma delle tecnologie dell’informazione”, spiega il CEO di 94Fifty e fondatore, Mike Crowley. 94Fifty è un che sistema cattura fino a 6.000 pezzi di informazioni al secondo ed è stato progettato per essere incorporato in un oggetto in movimento come un pallone da basket o da calcio, o anche un disco da hockey. Una volta raccolti, i dati vengono caricati in un impianto off-site server e analizzare in pochi secondi.

reattivita-dei-materiali8. Reattività dei materiali
La velocità è aumenata negli sport. Fino a poco tempo fa, gli indumenti protettivi che potevano assorbire l’impatto erano spesso ingombranti. Questo sta cambiando con lo sviluppo di materiali, grazie all’opera di aziende come le inglesi D30 e la Dow Corning’s Active Protection System. Entrambi realizzano materiali che flessibili mentre il corpo è in azione, ma si induriscono immediatamente in caso di urto. I ricercatori dell’Università del Delaware hanno incorporati materiali con nanoparticelle, che diventano immediatamente rigidi non appena la soglia dell’energia cinetica è superata.

robotica9. Robotica
Le simulazioni attraverso modelli robotici sono oggi frequenti, sopratutti per provare nuovi movimenti, misurare lo stress a cui potrebbe essere sottoposto il corpo dell’atleta ed anche perchè i robot non si lamentano! Alcune università giapponesi stanno sperimentano delle simulazioni di sci estremo con i robot.

attrezzatura-su-misura10. Attrezzature su misura
L’ultima frontiera che si sta scoprendo solo da pochi anni. La possibilità per atleti ed appassionati di avere delle attrezzature su misura, attraverso sistemi di scansione 3D che registrano ogni particolarità fisica di un singolo corpo, ottenendo in questo modo una resa massima nell’interazione con l’equipaggiamento.